Dieta per Dislipidemie

Per dislipidemie si intende una qualsiasi condizione clinica nella quale sono presenti alterazioni qualitative e/o quantitative delle lipoproteine plasmatiche (chilomicroni; colesterolo LDL; col HDL; col VLDL; trigliceridi). I livelli di lipoproteine e pertanto dei lipidi, soprattutto del colesterolo LDL, aumentano lievemente con l’età. Generalmente, gli uomini presentano livelli leggermente più elevati rispetto alle donne, e in queste l’aumento di tali livelli si manifestano dopo la menopausa.
Le cause di dislipidemia possono essere genetiche o secondarie ad uno stile di vita scorretto e/o alterazioni metaboliche (diabete, malattia renale cronica, ipotiroidismouno).
Per gli adulti è auspicabile un livello di colesterolo totale inferiore a 200 mg/dl, anche se i livelli di colesterolo totale sono solo un indice generale del rischio di aterosclerosi. Sono più importate i livelli dei componenti del colesterolo totale, soprattutto il colesterolo LDL (cattivo) e HDL (buono).
Le cause di dislipidemia possono essere genetiche o secondarie ad uno stile di vita scorretto e/o alterazioni metaboliche (diabete, malattia renale cronica, ipotiroidismouno).
Per gli adulti è auspicabile un livello di colesterolo totale inferiore a 200 mg/dl, anche se i livelli di colesterolo totale sono solo un indice generale del rischio di aterosclerosi. Sono più importate i livelli dei componenti del colesterolo totale, soprattutto il colesterolo LDL (cattivo) e HDL (buono).
L’importanza clinica delle dislipidemie deriva dal fatto che nel loro insieme queste alterazioni metaboliche rappresentano la causa principale di aterosclerosi e delle sue complicanze d’organo. Per aterosclerosi s’intende un generico indurimento e perdita di elasticità della parete delle arterie per formazione di placche aterosclerotiche, inizialmente costituite da lipidi, tra cui il colesterolo LDL presente nel sangue. Con il tempo queste placche tendono a diventare sempre più grandi fino a sviluppare una sorta di struttura di sostegno composta da sostanze fibrose e cellule connettivali. Quest’ultime, nelle fasi più avanzate della malattia, calcificano e degenerano andando incontro a necrosi.
In base al distretto colpito l’aterosclerosi determina infarto acuto del miocardio (IMA), ictus cerebrale e vasculopatie periferiche. Alcune forme di dislipidemia caratterizzate da un aumento marcato dei trigliceridi comportano un elevato rischio di pancreatite acuta.
La terapia dietetico-nutrizionale (TDN) rappresenta una componente importante della gestione del paziente con dislipidemia. L’ obiettivo principale è sicuramente il calo ponderale graduale e moderato, perché una riduzione troppo rapida del peso può causare steatosi epatica. Gli altri trattamenti prevedono il controllo glicometabolico del diabete se presente e l’ incremento dell’ attività fisica che riduce i livelli di trigliceridi e aumenta il colesterolo buono.
Applicando i principi della Medicina basata sull’Evidenza, impiego il mio giudizio professionale per adattare la migliore evidenza fornita dalla ricerca alla situazione clinica e personale del singolo paziente, sempre secondo le indicazioni fornite dalle linee guida nazionali e internazionali. Alla base del programma terapeutico nutrizionale c’è la valutazione dello stato nutrizionale, dello stato clinico e degli esami del sangue relativi allo stato glicometabolico se necessario.
Durante la visita valuto le conoscenze e le abilità del paziente relative alla malattia e alla sua autogestione; identificando obiettivi nutrizionali personalizzati ed imposto il piano nutrizionale secondo criteri educativi, ma mai trascurando opinioni e necessità del paziente stesso.
In base al distretto colpito l’aterosclerosi determina infarto acuto del miocardio (IMA), ictus cerebrale e vasculopatie periferiche. Alcune forme di dislipidemia caratterizzate da un aumento marcato dei trigliceridi comportano un elevato rischio di pancreatite acuta.
La terapia dietetico-nutrizionale (TDN) rappresenta una componente importante della gestione del paziente con dislipidemia. L’ obiettivo principale è sicuramente il calo ponderale graduale e moderato, perché una riduzione troppo rapida del peso può causare steatosi epatica. Gli altri trattamenti prevedono il controllo glicometabolico del diabete se presente e l’ incremento dell’ attività fisica che riduce i livelli di trigliceridi e aumenta il colesterolo buono.
Applicando i principi della Medicina basata sull’Evidenza, impiego il mio giudizio professionale per adattare la migliore evidenza fornita dalla ricerca alla situazione clinica e personale del singolo paziente, sempre secondo le indicazioni fornite dalle linee guida nazionali e internazionali. Alla base del programma terapeutico nutrizionale c’è la valutazione dello stato nutrizionale, dello stato clinico e degli esami del sangue relativi allo stato glicometabolico se necessario.
Durante la visita valuto le conoscenze e le abilità del paziente relative alla malattia e alla sua autogestione; identificando obiettivi nutrizionali personalizzati ed imposto il piano nutrizionale secondo criteri educativi, ma mai trascurando opinioni e necessità del paziente stesso.