Come è possibile associare fibromialgia e nutrizione? La fibromialgia è una sindrome multifattoriale caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso e affaticamento (astenia). Questo disturbo è spesso accompagnato da altri sintomi, tra cui:
Alla base di questa sindrome vi è una disregolazione dei sistemi di controllo del dolore da parte del Sistema Nervoso Centrale, con amplificazione del dolore e riduzione della capacità di modularlo. Questa condizione può essere secondaria ad un aumento di citochine pro-infiammatorie, bassi livelli di serotonina, alti livelli di glutammato e bassi livelli di acido gamma ammino butirrico (GABA).
Ad oggi non esiste un trattamento specifico per la fibromialgia e i suoi sintomi. È consigliato un approccio multidisciplinari con interventi farmacologici e non; per quanto riguarda il trattamento non farmacologico, si consiglia:
Diversi studi hanno riscontrato nei pazienti con fibromialgia una carenza di:
È quindi evidente il ruolo di un’adeguata alimentazione nel migliorare la sintomatologia dei pazienti con fibromialgia. In caso di sovrappeso e/o obesità, la terapia nutrizionale deve essere finalizzata in primo luogo al calo di peso; sovrappeso e obesità, infatti, sono caratterizzate da uno stato infiammatorio cronico dell’organismo, e questo determina un peggioramento dei sintomi della fibromialgia.
Per il trattamento della fibromialgia, invece, non esiste una dieta specifica efficace su tutti i pazienti; in linea generale, i pazienti hanno riscontrato benefici dal miglioramento delle proprie abitudini alimentari.
Alcuni studi sugli animali hanno mostrato che il magnesio ha un effetto protettivo su dolori muscolari e sulla debolezza degli arti inferiori. Un effetto protettivo simile è stato riscontrato in diversi studi sugli animali con nutrienti antiossidanti come carnosina e taurina e la melatonina. Questi agenti possono indurre l’espressione di molteplici enzimi antiossidanti, inclusa la superossido dismutasi (SOD), glutatione perossidasi (GPX) e la glutatione reduttasi (GR). Viene consigliato anche il consumo di antiossidanti e sostanze protettive, come i flavonoidi, che possono potenziare l’espressione della tioredossina reduttasi, enzima con azione antiossidante. Inoltre, è stata osservata una relazione tra fibromialgia e l’esposizione a metalli pesanti, come il mercurio, cadmio e piombo. Infatti, il mercurio e altri elementi tossici possono interferire con la biodisponibilità dei nutrienti essenziali concorrendo al peggioramento di diversi dolori muscolari.
Il trattamento con nutrienti antiossidanti può aiutare a controllare il dolore riducendo la produzione di prostaglandine e limitando lo stress ossidativo. Questo può essere supportato ulteriormente con un giusto rapporto nell’assunzione di omega 6 ed omega 3 garantendo la prevenzione dell’infiammazione cronica sistemica. Si consiglia quindi di aumentare il consumo di:
È importante bere molto, almeno 1,5-2 litri al giorno.
È bene ridurre il consumo di:
In presenza di disbiosi intestinale o colon irritabile è possibile trarre beneficio da una dieta low FODMAP.
Fibromialgia e nutrizione non devono essere disgiunti dall’esercizio fisico. Esso, sia sotto forma di allenamento di endurance o resistenza, può stimolare l’attività dei mitocondri delle cellule muscolari aumentando l’espressione genica di enzimi coinvolti nel regolare l’equilibrio ossidativo tra radicali liberi e barriera antiossidante. Inoltre, l’esercizio può avere la funzione di trasferire i mitocondri sani e attivi dalle cellule satelliti alle cellule muscolari.
Per concludere, una dieta sana e ben bilanciata associata ad attività fisica costante è in grado di migliorare il quadro clinico del paziente con FM con riduzione dei sintomi.
Scrivi alla Dottoressa