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26 Agosto 2022Che cos’è la sindrome dell’ovaio policistico?
La sindrome dell’ovaio policistico è uno dei più comuni disordini endocrini nelle donne in età riproduttiva. È caratterizzata da disfunzioni ovulatorie, iperandrogenismo e presenza all’ecografia di ovaie con aspetto policistico. Può avere ripercussioni sia sull’aspetto riproduttivo sia su quello metabolico.
Quali sono le cause della sindrome dell’ovaio policistico?
Le cause non sono ancora chiare, probabilmente ha un’origine multifattoriale e si ritiene che la suscettibilità individuale sia determinata da multipli fattori di rischio sia genetici che ambientali.
Quali sono i sintomi della sindrome dell’ovaio policistico?
Le donne con sindrome dell’ovaio policistico possono presentare irregolarità del ciclo mestruale (intervallo tra una mestruazione e l’altra di più di 35 giorni, meno di 10 cicli mestruali all’anno, con infertilità nel 40% dei casi), segni di iperandrogenismo (elevati livelli di androgeni nel sangue e conseguente crescita eccessiva di peli, acne, alopecia) e segni di insulino-resistenza con conseguente difficoltà a perdere peso.
I sintomi possono comparire subito dopo il menarca (la prima mestruazione) oppure svilupparsi nel corso degli anni. Il quadro clinico può presentarsi in maniera differente, ma in ogni caso peggiora in presenza di obesità.
Diagnosi
La diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico viene fatta in presenza di 2 dei 3 seguenti criteri: disfunzioni ovulatorie, iperandrogenismo (sia sulla base dei dati clinici che sulla base dei dati di laboratorio), ovaie policistiche all’ecografia pelvica.
Risulta utile quindi:
- Visita ginecologica nel corso della quale indagare all’anamnesi sulle caratteristiche del ciclo mestruale e sulla storia riproduttiva e all’esame obiettivo valutare eventuali segni di iperandrogenismo.
- Ecografia transvaginale per visualizzare l’aspetto delle ovaie e le loro dimensioni.
- Dosaggi ormonali, eseguiti mediante un prelievo di sangue, per valutare con dati di laboratorio il livello degli androgeni nel sangue.
Quanto più è precoce la diagnosi, tanto prima è possibile intervenire per evitare le conseguenze a lungo termine (iperplasia endometriale, tumore dell’endometrio, ipertensione, iperlipidemia, insulino-resistenza, diabete mellito di tipo II, coronaropatia). Il trattamento della sindrome dell’ovaio policistico varia a seconda del quadro clinico della paziente e del suo desiderio di maternità.
Nelle pazienti obese o sovrappeso è consigliato sempre un calo ponderale con una dieta equilibrata ed un esercizio fisico costante. Sovrappeso/obesità e insulino-resistenza sono strettamente correlati tra loro in quanto i primi, riducendo la captazione periferica dell’insulina inducono una iper-produzione da parte del pancreas. L’insulina circolante, essendo un ormone anabolico, favorisce così l’accumulo di grassi negli adipociti e l’aumento ponderale, inducendo un circolo vizioso autoalimentandosi.
Fortunatamente ci sono alcuni accorgimenti che si possono attuare per rompere questo circolo, prevenire o trattare l’obesità e favorire così la ripresa dei fisiologici cicli ovulatori e la fertilità.
Questi interventi prevedono:
– Modifiche dello stile di vita
– Controlli periodici dallo specialista
– Terapia farmacologica e/o integrativa prescritta dallo specialista
Modifiche dello stile di vita
Con questa definizione si intende promuovere l’adozione delle norme più corrette al fine di prevenire l’incremento ponderale e contrastare l’insulino-resistenza. Nel caso della sindrome dell’ovaio policistico è stato dimostrato che il calo ponderale fino al conseguimento del normopeso, accompagnato da una corretta alimentazione e un adeguata attività fisica, migliori il quadro metabolico e ormonale favorendo il ripristino delle condizioni fisiologiche.
Si consiglia pertanto di mantenersi alle seguenti norme:
1. Mantenere un corretto peso corporeo
Come suggeriscono le linee guida per una sana alimentazione, mantenere sotto controllo il peso significa monitorare l’introduzione giornaliera di energia. Il nostro organismo funziona come una caldaia: introduciamo alimenti e li trasformiamo in energia. E’ intuitivo che se le entrate superano in quantità le uscite, si determinerà un eccesso di energia che nel nostro corpo si accumula sotto forma di grasso, determinando così un aumento di peso. Viceversa, se il nostro corpo introduce meno energia di quanta ne consuma, utilizzerà le riserve di grasso per far fronte alle richieste energetiche, determinando una diminuzione di peso corporeo. Controllare il peso una volta a settimana, sempre nello stesso momento della giornata, può essere un buon metodo per verificare eventuali variazioni di peso e poter così correggere abitudini sbagliate.
Cosa intendiamo per “corretto peso corporeo” nel soggetto adulto?
Non esiste un peso giusto e uno sbagliato: in linea generale il peso corretto nell’adulto dipende dall’altezza, per questo si calcola il cosiddetto Indice di Massa Corporea (IMC o Body Mass Index, BMI) definito come il rapporto tra il peso in kilogrammi e l’altezza in metri elevata al quadrato (kg/m2).
Per mantenere il peso nella norma occorre sicuramente intervenire sull’alimentazione facendo sì che sia, per quanto più possibile, equilibrata e tendenzialmente povera di alimenti ad elevato valore energetico ma scarso potere nutrizionale, cosiddette “calorie vuote”. Non bisogna ricorrere a restrizioni alimentari brusche o estreme perché potrebbero compromettere lo stato di salute, bisogna invece cambiare in modo equilibrato le scelte alimentari e puntare a migliorare la varietà della dieta con alimenti di qualità, a frazionare bene i pasti nell’arco della giornata e ad evitare gli alimenti ricchi di grassi saturi e zuccheri semplici.
Inoltre è importantissimo agire sul peso corporeo facendo attività fisica costante. Ciò non vuol dire necessariamente svolgere un tipo di attività fisica programmata, bensì cercare di muoversi il più possibile, facendo passeggiate, scegliendo di prendere le scale anziché l’ascensore, cercando di stare il meno possibili seduti, usando di meno l’auto, aumentando tutte quelle che sono considerate attività fisiche auspicabili non necessariamente sportive, vale a dire essere quindi più attivi in generale.
2. Seguire un’alimentazione sana e bilanciata
Per mantenere il peso nella norma occorre sicuramente intervenire sull’alimentazione; ecco alcuni consigli per acquisire un nuovo stile alimentare:
– Limitare gli zuccheri semplici e porre attenzione all’indice glicemico. Gli zuccheri sono facilmente assimilabili in quanto la loro digestione avviene in maniera abbastanza rapida all’interno dell’organismo. L’assunzione di zucchero provoca così in tempi brevi un rapido innalzamento della glicemia (concentrazione del glucosio nel sangue) che ritorna in seguito alla normalità sotto il controllo dell’insulina. Nei soggetti in cui questo controllo è alterato è importante che i “picchi glicemici” ovvero i rialzi della glicemia non siano mai bruschi, proprio per far sì che la produzione di insulina, non adeguatamente utilizzata, non sia eccessiva causando quelle problematiche di cui si è già parlato.
-Incrementare il consumo di frutta e verdura, cereali integrali, legumi ed alimenti naturalmente ricchi di fibra.
Frutta e verdura contengono fibra, minerali, vitamine molto importanti per raggiungere e mantenere un ottimo stato di nutrizione, nonché antiossidanti in grado di contrastare lo stress ossidativo alla base di questa patologia. E’ stato dimostrato e pertanto è consigliato dalla maggior parte delle linee guida per una sana e corretta alimentazione consumare almeno 2 porzioni di frutta e 2 porzioni di verdura al giorno, in quanto solo così si ottiene una protezione contro numerose malattie molto diffuse nei paesi sviluppati, in particolare diverse forme di tumore (carcinoma al colon) e malattie cardiovascolari (patologie delle arterie coronarie, ipertensione, infarto), cataratta, malattie dell’apparato respiratorio (asma e bronchiti), malattie dell’apparato digerente (diverticolosi, stipsi).
Il consumo di adeguate quantità di frutta e verdura inoltre assicura un rilevante apporto di fibra permettendo di ridurre la densità energetica della dieta, inducendo allo stesso tempo un elevato senso di sazietà.
Anche i cereali naturalmente integrali contengono fibra oltre che un maggior contenuto di minerali e vitamine che invece mancano nei cereali raffinati.
–Limitare l’assunzione di grassi scegliendo quelli di qualità
Per garantire il benessere dell’organismo è necessario introdurre con l’alimentazione una certa quantità di grassi: i grassi sono fondamentali per mantenere la fluidità delle membrane cellulari e la loro funzionalità e permettere l’assorbimento di vitamine essenziali liposolubili come la vitamina A, D, E, K; è altrettanto opportuno moderare l’introito in quanto un eccessivo consumo quotidiano rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di obesità e conseguentemente malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e tumori.
Fatte queste premesse è importante però distinguere fra i vari tipi di grassi; per quanto uguali dal punto di vista dell’apporto energetico (9 Kcal per grammo), possono infatti differire estremamente dal punto di vista qualitativo.
I grassi costituiti principalmente da acidi grassi saturi (presenti in formaggi e prodotti lattiero-caseari, insaccati e carni grasse, olio di palma e di cocco, burro di cacao) oppure idrogenati ovvero resi saturi chimicamente, come dopo cotture in olio ad elevate temperature (acidi grassi trans, presenti per esempio nelle patatine fritte) sono maggiormente correlati allo sviluppo di patologie croniche e in particolare cardiovascolari.
Gli acidi grassi insaturi hanno invece effetti potenzialmente benefici su colesterolo e trigliceridi plasmatici: fra questi vi sono sia i monoinsaturi, presenti ad esempio nell’olio extravergine d’oliva, sia i polinsaturi come omega 3 ed omega 6. Tutta via sono pur sempre grassi, quindi anche se da preferire, il consiglio è sempre non eccedere.
Le regole da ricordare:
• Modera la quantità di grassi e oli usati per condire e cucinare prediligendo il consumo a crudo di oli extravergine d’oliva o di semi (arachide, mais, girasole).
• Prediligi cotture al cartoccio, al vapore, al forno o al microonde evitando le fritture; utilizzare per le cotture i condimenti che possiedono un più elevato punto di fumo (olio extravergine d’oliva, olio di arachide) evitando il riutilizzo di olio già usato in precedenza.
• Evita il consumo di grassi da condimento come burro, lardo, strutto, panna, ricordando che spesso sono presenti anche in prodotti da forno o altri prodotti pronti (gelati, creme, salse…).
• Fra le carni preferire quelle magre bianche (pollo, tacchino, coniglio) e limitare quelle rosse (maiale, vitello o manzo) ad una volta a settimana eliminando il grasso visibile;
•I legumi (ceci, fagioli, piselli, fave, ecc.) sono un’importante fonte di proteine vegetali (possono pertanto essere considerati dei veri e propri secondi piatti). Si consiglia di consumarli in associazione ai cereali (1 o 2 volte alla settimana) componendo così dei piatti unici.
• Fra i pesci preferire il pesce azzurro (alici, nasello, merluzzo, orata, sogliola) ma anche trote e quelli ad elevato contenuto di omega tre (salmone, sgombro, tonno,) limitando il consumo di crostacei e molluschi, ricchi di colesterolo.
• Scegli preferibilmente latte e derivati nelle varianti parzialmente scremate e tra i formaggi scegliere quelli freschi (mozzarella, ricotta, formaggi di capra, scamorza, etc.) o del grana o parmigiano limitando le porzioni e la frequenza settimanale con cui vengono consumati, avendo cura di utilizzarli come secondo piatto e non in aggiunta ad un pasto già di per sé completo.
• Riduci il consumo di sale in quanto un consumo eccessivo può favorire l’instaurarsi di ipertensione arteriosa, soprattutto nelle persone predisposte che a sua volta può indurre danni a livello cardiaco, vascolare e renale.
• Bevi almeno 1,5/2 litri di acqua al giorno
• Consuma la frutta come spuntino per un massimo di 2-3 frutti al giorno. La porzione di frutta è 150g.
•Consuma alimenti integrali in quanto danno maggior senso di sazietà ed hanno un indice glicemico più basso.
• Incrementa l’attività fisica quotidiana
• Limita l’assunzione di alcolici
• Abolire il fumo
Avvertenze
I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e non devono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del medico, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale.