Stitichezza, intestino pigro, stipsi: tanti nomi per descrivere un fastidiosissimo disturbo molto diffuso, soprattutto tra le donne. In Italia si stima che almeno il 15% della popolazione soffra di questo disturbo, con un’incidenza maggiore tra le donne e tra gli anziani. Le cause che possono scatenarlo sono tante e, tra queste, una dieta sregolata e una vita troppo sedentaria giocano un ruolo cruciale.
La frequenza di evacuazione varia da persona a persona ma indicativamente, in condizioni normali, dovrebbe oscillare dalle 2 evacuazioni al giorno alle 4 alla settimana e in presenza di evacuazioni meno frequenti, si può parlare di stipsi.
Per stitichezza, quindi, si intende un’evacuazione difficoltosa o poco frequente, con sensazione di incompleto svuotamento intestinale che può condizionare anche in modo molto serio il benessere e la qualità della vita.
Accanto alla frequenza di evacuazione, la stitichezza può manifestarsi anche con altri sintomi, tra cui:
Altri effetti collaterali della stitichezza possono spaziare dall’alito cattivo alla ritenzione idrica, dal gonfiore addominale alla sonnolenza post-prandiale fino all’insorgenza di emorroidi e ragadi, causate soprattutto dalle feci dure e dai continui sforzi.
La stipsi può essere di due tipi:
• Stipsi da rallentato transito intestinale: nella maggior parte dei casi, la stitichezza si verifica quando la peristalsi del colon è alterata e non permette il transito del contenuto colico con la regolare velocità. Il termine “peristalsi” fa riferimento alle contrazioni dei muscoli enterici, che giocano un ruolo chiave nell’assimilazione dei nutrienti contenuti nel cibo, ma favoriscono anche la spinta delle feci verso l’ano, il tratto terminale dell’intestino. L’alterazione di questo meccanismo determina un rallentamento del transito intestinale e una conseguente difficoltà di evacuazione.
• Stipsi da ostruita defecazione (SOD): in questo caso il problema riguarda la parte finale del retto, quella rettoanale. La stitichezza può essere causata dalla presenza di un prolasso del retto (una condizione medica in cui le pareti rettali fuoriescono dall’ano diventando visibili all’esterno), di un enterocele o di un rettocele (due condizioni, prettamente femminili, in cui, rispettivamente, una parte dell’intestino tenue o il retto scivolano in vagina), di una disfunzione del muscolo puborettale o di altre disfunzioni del perineo.
Ci sono alcuni fattori di rischio che possono predisporre e aumentare il rischio di stitichezza. Il primo fra tutti una dieta scorretta e povera di fibre (frutta, verdure e cereali), ma anche una insufficiente idratazione, l’inattività fisica, eccessive situazioni di stress mal controllato o, in casi più seri, alcune condizioni patologiche quali ansia e depressione.
CONSIGLI NUTRIZIONALI PER LA STIPSI
Qualunque sia l’origine della stipsi, specie se dovuta a rallentato transito intestinale, la prevenzione o l’iniziale trattamento è di tipo dietetico e allora ecco alcuni consigli:
L’aumento del consumo di fibra (frutta, verdura, alimenti integrali) può determinare un temporaneo aumento del meteorismo. Per attenuare il fastidio causato dal meteorismo è possibile utilizzare Lactoflorene pancia piatta (https://amzn.to/34wS5BV) prima dei pasti principali. Tuttavia il meteorismo è destinato a scomparire nel giro di qualche settimana.
LA SOLA DIETA NON BASTA….MIGLIORA TUTTO IL TUO STILE DI VITA!
Oltre a seguire una dieta corretta, è importante regolamentare anche il proprio stile di vita. Mangiare ad orari regolari, senza saltare i pasti e masticando lentamente (una eccessiva introduzione di aria potrebbe causare aerofagia o meteorismo), avere una regolare routine nell’utilizzo della toilette (possibilmente subito dopo uno dei pasti principali) può aiutare a stimolare la funzionalità intestinale.
Qualora, nonostante l’adozione di norme dietetiche e comportamentali corrette, non si ottengano risultati soddisfacenti, si può ricorrere sotto prescrizione medica all’ utilizzo di prodotti farmacologici che aiutano la regolarità.
Non va trascurata infine l’attività fisica. Anch’essa dovrebbe entrare a far parte di un ‘regolare’ stile di vita, camminando almeno 20-30 minuti al giorno o facendo ginnastica. A queste attività, possono alternarsi anche pratiche più rilassanti – quali lo yoga o il ballo – a seconda delle preferenze individuali.
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